martedì 23 dicembre 2008

Festa di Natale in Palestra



Buone Feste a tutti!

venerdì 19 dicembre 2008

Eric Emmanuel Schmitt – Oscar e la dama in Rosa


Oscar ha solo 10 anni, ma la sua vita sta già per finire. La leucemia lo sta uccidendo. E lui lo sa. Lo sa ma non può parlarne con nessuno, perché i grandi per paura fanno finta di non saperlo.

Nell’ospedale in cui il bimbo passa le sue giornate, solo l’anziana signora vestita di rosa, che va sempre a trovarlo, intuisce la sua voglia di risposte. E gli suggerisce un gioco: finge di vivere dieci anni in un giorno e scrivere a Dio per raccontargli la sua vita. Oscar ci sta: così si immagina di vivere a vent’anni, a quaranta, a novanta. A centodieci, dieci giorni dopo l’inizio del gioco, si addormenta. Ha lasciato un bigliettino sul comodino… cosa c’è scritto? Leggetevi il libro, ne vale la pena.

martedì 16 dicembre 2008

Mauro Corona - Storia di Neve



... un giorno Neve, durante la pausa scoprì Lidio che leggeva. "Cosa leggi?" domandò. "Non lo so" rispose "non so leggere". "non sai leggere? e allora perchè fai finta di leggere?". "Non faccio finta, leggo". "Ma se hai detto che non sai leggere". "Non so leggere ma leggo lo stesso". Neve si incuriosì e disse " Ascolta, Lidio, spiegami come fai a leggere se non sai leggere". Il boscaiolo chiuse il libro e gli occhi, mentre il suo viso diventava rosso come le creste del gallo forcello. Poi, pian piano, si spiegò così: "Vedi, piccola, io non so né leggere né scrivere, ma quando guardo le pagine di questo libro mi vengono in mente storie, tante storie, tante storie una dopo l'altra e me le racconto, così è come se leggessi dal libro. Il libro penso abbia dentro una sola storia , invece io ne invento tante guardando le pagine e sono storie belle, se sapessi scrivere le scriverei, ma un giorno te ne conterò qualcuna..." (p.483)


...per stare in piedi ci vuole voglia di ridere, se no i muscoli non tengono il corpo, la testa va per conto suo, e, andando per conto suo, apre la porta alla malinconia. Questa malinconia si tira dietro la disperazione chè loro sono amiche, e tutte e due mettono le mani ad imbuto sulla bocca e chiamano a piena voce le malattie. Le malattie arrivano di corsa e non trovano nessuno che le mandi via a calci in culo. L'unica che può mandarle via è la testa, ma la testa sta per conto suo e non le vede nemmeno, e allora queste s'impiantano nell'uomo come fagioli nel campo. Dopo un po' mettono fuori il muso, fanno fiori e foglie e poi crescono e si arrampicano sul corpo proprio come i fagioli vanno su per il bastone. Lo coprono, lo tengono, s'intorcono attorno a lui e lo strizzano fino a farlo morire. Quando non c'è la testa a difendere l'uomo le malattie se la godono, ballano e saltano come i topi quando in casa manca il gatto ... (p. 689)

Panoramiche dalla Valsesia

... questa è la vista che dà verso la pianura...


...e questa è la panoramica verso il Monte Rosa

Come diventare Cavalieri della Repubblica

... ritrovo Claudio in forma, sereno, ride e scherza con la pacatezza di sempre ... mi racconta che una volta - tornato dal Perù - è stato messo in isolamento dieci giorni perchè si era ammalato e nessuno capiva cosa avesse... tornato a casa è ripartito per il Tibet ed è stato malissimo ... poi la malattia è scomparsa improvvisamente qualche mese dopo ... così come era venuta... quel giorno telefonò a sua moglie dal Brasile per dirgli che era felicissimo ... posso immaginarlo!

Gli ho chiesto come ha fatto a diventare Cavaliere della Repubblica ... mi risponde: "Non lo so... un giorno - nel 1985 - è suonato il telefono a casa ...era Pertini - il presidente di allora - ... mi ha detto "Vieni a Roma che Ti faccio Cavaliere!" ". Incredibile, ma vero!



... mi racconta anche di Ambrogio Fogar ... delle prime esperienze al Polo Nord ...



... la mattina dopo scopriamo che durante la notte è sceso più di un metro di neve... nel primo pomeriggio il sindaco ha invitato i turisti a lasciare il paese per evitare disagi lungo i 30 km di tornanti che portano fino a qui...

lunedì 1 dicembre 2008

La fine del lavoro - Jeremy Rifkin

" ... i leader delle imprese capirono subito che, per fare in modo che la gente "volesse" i beni che non aveva mai desiderato prima, dovevano creare "il consumatore insoddisfatto". Charlse Kettering, della General Motors, fu tra i primi apostoli del Vangelo del consumo. La GM aveva già iniziao a introdurre variazioni annuali dei modelli di automobile che produceva e a realizzare campagne pubblicitarie pensate per rendere il consumatore insoddisfatto dell'automobile che possedeva. "La chiave della prosperità economica", affermava Kettering, "è la creazione organizzata dell'organizzazione". L'economista John Kenneth Galbraith, anni dopo, ha sintetizzato l'affermazione osservando che la nuova missione dell'attività d'impresa era "creare i bisogni che vuole soddisfare"

" ... Marx era convinto che il continuo sforzo dei produttori per sostituire il lavoro umano con quello della macchina si sarebbe dimostrato, alla fine, autolesionista. Eliminando direttamente il lavoro umano dal processo di produzione e creando un esercito di riserva di disoccupati - la cui pressione sui salari contribuisce alla riduzione del costo del lavoro - il capitalista scava la propria fossa, dal momento che riduce progressivamente il numero di consumatori che detengono un potere d'acquisto sufficiente a sostenere la domanda dei beni che produce... "

giovedì 27 novembre 2008

Dura ma non impossibile

La via di oggi, dura ma non impossibile, ci ha temprato ben bene, certo è stata necessaria qualche azzeratina ma le difficoltà erano alla nostra portata... unico inconveniente... il freddo!!! dal sesto tiro in poi siamo finiti in ombra e abbiamo perso almeno 5°C !!!





il grande freddo in preparazione alle salite invernali... hehehe! Grazie tante a Nughi e a Matteo!

mercoledì 26 novembre 2008

I miei carissimi amici - Patrick Gabarrou

Un'intera sera a guardare fotografie del Monte Bianco: Patrick fa un po' ridere quando parla ma riesce a coinvolgerti con il suo accento italofrancese ... partiamo insieme prima sulle vie Normali del tetto d'Europa ed arriviamo infine alle vie estreme aperte da lui durante la sua lunghissima carriera alpinistica ... una persona semplicissima ed umilissima ... un aereo indiano pieno di diamanti precipitato nel '62 sulla cresta di Peuterey e uno dei suoi piloti ritrovato congelato a km di distanza dal luogo dello schianto ... la tragedia del Freney che si conclude con la morte di Oggioni e Bonatti che viene accusato di omicidio....

Bellissime fotografie, specialmente quella che ha chiuso il suo diporama...



martedì 11 novembre 2008

Una Fantastica Ideona


Fino a sotto il tetto la via era asciutta... poi quando sono arrivato in sosta e ho guardato sopra ho avuto un calo di entusiasmo... qui gocciola tutto, conviene proseguire? Va beh, si dai... facciamo un tentativo, la via è chiodata bene...


WOW, il tetto è un mostro ma alla fine riusciamo a superarlo... cerdo dobbiamo ricorrere a ogni sorta di artifizio che conosciamo: cordini, fifì, staffe, ... alla fine il pezzo duro si può salire anche senza toccare la roccia...

... e non è certo finit qui... prima di chiudere la via ci sono altri due tetti da superare... ma li lascio al caro Christian... he! he! he! L'ultimo tiro è una placca bellissima, oramai però siamo così abituati ad affrontare tetti che nella progressione schifiamo gli spit ...





... e per finire ho un'ideona:

"Conosco una ferrata che in brevissimo tempo ci riporta all'attacco senza fare il lunghissimo sentiero per scedere" "Ma, Mauro, come mai nessuno sa dell'esistenza di questa ferrata?" "Eh! Eh! Eh! Semplice, sono tutti cretini tranne noi due, vedrai quanto tempo risparmieremo!" "Ma ... non c'è stato mica un crollo a circa metà parete qualche anno fa... insomma... questa ferrata è sicura??" "CERTO CHE SI', FIDATI DI ME! He! He! He!"

Dopo quasi un'ora di discesa lungo la ferrata Christian si ferma su un piolo metallico e mi guarda... "Guarda Mauro... qui c'è un cordino abbandonato!..." "Ottimo, l'avrà lasciato lì qualche alpinista poco esperto, tiralo sù dai, un cordino guadagnato ... Ehi! perchè ti sei fermato??" "Mauro, mmmmmm, la ferrata ... è finita!"

Non ci resta che calarci, la frana ha interrotto la ferrata a metà e scendere è un casino ... poco dopo il crollo affiorano nel pietrisco i resti del cavo metallico ma non è semplice trovare la via di discesa... inoltre è quasi notte e non si vede quasi più nulla...

Qui si vede il termine della ferrata sul vuoto, il cavo metallico strappato dai detriti che sono alla base della parete... Aiuto!

...alla fine della giornata mi ha stancato di più la discesa che fare tutti quei tetti!

Un giorno, un tiro

Questa è una delle rare riprese in cui si vede che arrampico:



Qui invece Nughi impegnato:

Vladimir Nabokov - La difesa di Luzin


"e il giovedì Luzin capi tutto."

"Già alla vigilia, aveva tramato un ingegnoso stratagemma con cui avrebbe forse potuto sventare le macchinazioni del misterioso avversario. Lo stratagemma consisteva nel commettere volontariamente un'azione assurda ma inaspettata, che esulasse dall'ordinamento sistematico della vita, portando così la confusione nella sequela di mosse architettata dal suo avversario. Era una difesa sperimentale, una difesa per così dire a casaccio, ma Luzin, pazzo di terrore di fronte all'imminenete, inevitabile iterazione in arrivo, non riusciva a trovare niente di meglio."

martedì 28 ottobre 2008

Uscita finale corso AS1

Cinzia e Lele

Manuela

Ohhhh! finalmente riesco ad usare il nut che porto sempre dietro per situazioni come questa in cui manca la piastrina delle spit!

Nino

Corso AS1 - Uscita Pratica


La cosa migliore è vedere gli allievi che riescono ad arrampicarsi divertendosi:



Katia

Nughi ed Emanuela

Alberto

... ci sono anche io, piano piano sto guarendo.



A parte il primo tiro da azzerare completamente ...

... il resto della via è stato un vero piacere!



Bravo Christian che mi ha dato una bella lezione sul metodo Caruso!



Vi segnalo il suo blog, merita:


BLOG DI CHRISTIAN






martedì 7 ottobre 2008

Ciao Daniele, grazie di tutto!

L'ultima volta che l'ho incontrato è stato ai piani di Bobbio a Gennaio in occasione della giornata "Sicuri sulla Neve". Non sapevo però che gli avevano già asportato un rene,  altrimenti - credo - lo avrei salutato meglio.

Invece il nostro primo incontro è stato a Saronno, era venuto una sera a commentare delle diapositive sulla spedizione dei Ragni di Lecco del '74 con Casimiro Ferrari alla quale aveva preso parte da giovanissimo. Sembrava che a quella spedizione lì non avesse fatto proprio nulla, invece fu uno dei tre che alla fine riuscirono ad arrivare in vetta. 

Diceva sempre ai ragazzi del Soccorso alpino (è stato il loro capo per un sacco di anni) che facevano un lavoro "da privilegiati".   

La sua via in Grignetta sui Magnaghi mi sa che continuerò a guardarla dal basso ancora per un po'...

Prima di lasciarci però ha terminato il suo impegno di scrivere un libro con le storie del soccorso alpino, molto bello, ve lo consiglio.

Riporto qui l'ultima mail che ci siamo scambiati:


Mi aspetto il suo nome sul libro d'acciaio in cima alla Grignetta.

lunedì 6 ottobre 2008

K2 - L'ultima Sfida

Una classica storia all'americana: Taylor e Harold sono due amici appassionati di montagna ed arrampicate e, ovviamente, per entrambi l'alpinismo rappresenta un'importante valvola di sfogo dalla vita di tutti i giorni...


Durante la loro ultima scalatina di allenamento (ottavo grado come minimo) si imbattono in un'altra spedizione e il caso vuole che salvino la vita ad alcuni loro membri, travolti da una valanga. Ma guarda un po' uno dei sopravvissuti è un miliardario che gli chiede loro di unirsi alla spedizione che sta organizzando per scalare il K2.

Taylor ed Harold accettano, per loro è il sogno di una vita che si realizza, un'accasione ottima per sfoggiare il loro equipaggiamento anni ottanta caratterizzato da colori fucsia e fuseaux "fricchettoni".


Ma il K2 non è soltanto la seconda vetta più alta del mondo: è nota anche per la sua difficoltà e le molte tragedie che hanno accompagnato tutti coloro che ne hanno tentato la scalata.


Quando, al ritorno dalla vetta, Harold si romperà una gamba (o meglio "solo" una gamba dato che il suo volo è qualcosa che oserei definire MOSTRUOSO, secondi interminabili dedicati alle scene di questo qui che cade, alla fine qualsiasi spettatore che sia anche fanatico di alpinismo finisce per sbuffare annoiato) Taylor sarà costretto a rinunciare ai suoi ideali di egoismo ed egocentrismo per aiutare l'amico a sopravvivere...



Davide Sapienza - La valle di Ognidove







"...il pensiero è il luogo del viaggio per eccellenza..."







Boh! di questo libro non ci ho capito un tubo! Bah!

Diamond Jared - Armi, Acciaio e Malattie

Perché gli europei hanno assoggettato gran parte degli altri popoli? Secondo Diamond le diversità culturali affondano le loro radici in diversità geografiche, ecologiche e territoriali sostanzialmente legate al caso. Armato di questa idea, l'autore può lanciarsi in un appassionante giro del mondo, alla ricerca di casi esemplari con i quali illustrare e mettere alla prova le sue teorie. Attingendo alla linguistica, all'archeologia, alla genetica molecolare e a mille altre fonti di conoscenza, Diamond riesce a condurre questo "tour de force" storico-culturale con sorprendente maestria, affiancando aneddoti personali a racconti drammatici o a spiegazioni di complesse teorie biologiche, che affronta con abilità di divulgatore.

venerdì 26 settembre 2008

Il Nanetto

...ecco dove finiscono i Nanetti che qualcuno "libera" dai giardini ... pensavo fosse una delle solite leggende metropolitane e invece... eccone qui uno... tutto contento di essere libero... al termine del secondo o terzo tiro della via di sabato certo che per arrivare qui si è fatto un bel culo! hi! hi! hi! Poi ha visto il tetto sopra di lui del tiro successivo e si è fermato qui... chiamalo scemo!

giovedì 25 settembre 2008

Marco Bianchi - Montagne con la vetta


" ... ogni essere umano durante la vita cerca di comprendere il senso e lo scopo dell'esistenza. Il "come" non ha molta importanza e, probabilmente, esistono tanti modi quanti sono gli uomini sulla Terra. Le montagne sono uno di questi "come", una possibile via verso la verità... "

"... la scalata all'Everest mi ha però confermato una volta per tutte la mancanza di un punto d'arrivo. Dopo quella salita ho ricordato la parabola di sant'Agotino del bambino che voleva mettere il mare in una buca nella sabbia utilizzando un cucchiaio. Perchè poi, nonostante un'apparente inconcludenza, senta di dover continuare in questa direzione, è un mistero anche per me..."

"... La vetta è un luogo unico e perfetto. E' il luogo dove convergono tutti i punti e le linee, dove si fondono le creste, le pareti e i canaloni. Un centro di raccolta, unione e perfezione. L'energia della vita, il moto del cosmo, l'essenza dell'essere, si trovano concentrati su quei pochi metri quadrati di neve o roccia... appena ho raggiunto la cima dell'Everest ho potuto osservare con un rapido sguardo circolare la congiunzione delle tre grandi creste. Le creste sud-est, ovest, e nord-est, terminavano morbidamente sulla neve dove mi trovavo. La grande montagna aveva fine. Le sue linee principali penetravano in me. Mi avvolgevano, mi rendevano parte del mondo stesso... "

" ... taglia un pezzo di legno e io sono lì, solleva una pietra e lì mi troverai ..." (Gesù)

mercoledì 17 settembre 2008

Ricordi di Agosto....

Paolino, ha volte lo invidio per la sua semplicità ...



E intanto che ci riposiamo in vetta vedo anche ... 


Gianantonio Stella - La bambina, il pugile, il canguro

"Scusi. Signor Babich, abbiamo un problema. Un grosso problema."
"Cioè?"
"Non so come dirglielo ... insomma ... la bambina è down."
(p.19)

...lo prese per il colletto, lo trascinò sul bagno, gli abbassò le braghe e lo piazzò sul water. L'ubriaco cominciò a piagnucolare. Spiegò che no, lui non ce la faceva a "tirar su una figlia mongoloide", che nella vita "ci sono gli uomini forti e quelli deboli" e a lui era capitato di essere debole, che lui chiedeva perdono proprio a tutti ma proprio no, lui non la voleva questa "figlia guasta", che lui era giovane e non poteva proprio sopportare l'idea di passare la vita intera a dare la pappa a una deficiente... 
(p.35)

... e quale destino avrebbe avuto Letizia se fosse venuta alla luce in tempi in cui i vichinghi buttavano i figli menomati ai lupi? o quando certi preti pensavano che i neonati disabili fossero stati concepiti nei giorni sacri del Demonio stesso o sostituiti nella culla da streghe malefiche al posto dei figli sani e la Chiesa non accettava tra i suoi pastori chi aveva gravi difetti fisici perchè, come diceva il Catechismo del Concilio di Trento, "la deformità ha qualcosa di ripugnante e questa menomazione può ostacolare l'amministrazione dei sacramenti? ..."
(p.43)

In bocca al lupo, Davide!

Ciao Davide,

si, hai fatto bene a scegliere di partire per l'Erasmus... un anno è lungo ma alla fine se sei impegnato passa in fretta... ma no, non ti preoccupare per le pareti che non scalerai intanto che sei via... tanto rimangono qui... no, stai tranquillo, non mi faccio male, sto attento, vedrò di stare attento...

...alla fine attacchiamo la via anche se pioviggina... fa niente se le placche sono un po' bagnate... in casi così bisognerebbe tornare a casa (lo sappiamo bene) ma è l'ultima via che facciamo insieme prima della partenza... almeno proviamo! A tre tiri dalla fine però ci caliamo... ormai piove a dirotto.... ma fa niente...  tanto il tiro di 6b l'abbiamo passato... durante la calata la pioggia ha un'intensità tale che neanche i tetti che abbiamo superato ci riaparano... sarà così fino alla ferratina che riporta alla base della parete. 




Fa niente se non abbiamo chiuso la via, almeno quando torni sappiamo da dove ricominciare...

lunedì 8 settembre 2008

Diplomi








(Claudio Schranz ed Io:l'amicizia prima di tutto)

Epilogo ...

...Alla fine dopo quasi otto ore di sofferenza mi manca il fiato e fa un freddo porco, ho le dita blu e sono tristemente solo perchè il resto del gruppo si è disperso lungo la salita, poco fa ho aiutato un po' la Patty che ha avuto uno svarione a 5.000 metri ma adesso è con Marco, se si riposa un attimo forse riesce a salire.

E in uno stato di incoscienza solo apparente mi ricordo l'incipit del romanzo di Hemingway:" ... è un monte coperto di neve alto 5.895 metri, e si dice che sia la più alta montagna africana. La sua vetta occidentale è chiamata dai Masai, Ngaje Ngai, la Casa di Dio. Vicino alla vetta occidentale c'è la carcassa rinsecchita e congelata di un leopardo. Nessuno ha mai saputo spiegare cosa cercasse il leopardo a quell'altitudine... "

E mancano non più di una ventina di metri alla vetta e i sestrugi per terra sono vere e proprie opere d'arte fatte da madre natura, purtroppo il cratere immenso che dovrebbe essere alla mia destra è coperto dalle nuvole e non si vede, intravedo però il cartello che indica che la cima è là a pochi metri in linea d'aria da me ... ma chi cacchio ha voglia di arrivare in cima oramai? ... Boh, non lo so ma non vorrei essere qui... penso a Moses che di notte al campo fa la guardia con l'arco e frecce... alle scimmie che crollasse il mondo non si schiodano neanche per un minuto dai loro rami... ai bambini della scuola che cantano insieme... ai portatori che la mattina ti dicono "Jambo" e i loro denti bianchi si vedono nel buio... a Raphael che la sera fa il briefing e non i capisce mai nulla... mi ricordo la stella che ho visot ieri sera al tramonto (cioè alle 17:30) mentre facevo l'ultimo giro di campo prima di andare a letto ...




... chi cacchio ha voglia di arrivare in vetta... vorrei essere a casa ma senza rifare due giorni di cammino per scendere e 10 ore di aereo ... voglio restare qui ma non si può ... alla fine sei sempre dove non vuoi essere... la condanna dell'alpinista...

UUUUUAAAARRRRRGGGHHHHH!!!


Venditori di bananette



Il nostro furgoncino non fa in tempo a fermarsi un attimo che siamo subito assaliti da venditori ambulanti che cercano di rifilarti queste bananette che crescono ovunque... "Ma lasciami in pace! che ho qua lo zaino pieno di barrette energetiche che per farne una ce ne vogliono 1.000 delle tue bananette, vattene via e fai ripartire il furgoncino che sono qui a scalare la tua montagna sacra e appena arrivo in cima roteo i miei piedi di 180° e me ne torno direttamente a casa! Basta bananette!". Tutti questi pensieri sarebbero tristemente veri se non avessi una coscienza, se non avessi la macchina fotografica al collo... da un lato ci sono questi pezzenti ai margini delle strade e dall'altro ci sono i nostri portatori che si guardagnano il loro stipendio portando le nostre attrezzature e le nostre provviste... comunque sono un po' a disagio tra questa gente... è come se ogni bianco che incontrano abbia sul volto il segno del dollaro... meno male che sono nato a Milano... ma chi l'ha deciso?

(portatori in marcia verso il primo campo base)

Eppure molte di questi ragazzi hanno qualcosa che noi non abbiamo... mi sembrano così spensierati... è vero che patiscono la fame ma probabilmente sono meno stressati di me che con dieci minuti di lavoro in uffcio riesco ad accumulare tanto quanto basta per comprare un casco delle loro bananette... si divertono con poco... e come ridono... l'altra sera mentre Raphael (il capo dei nostri portatori) faceva il suo brifing serale inerente l'indomani Carlo, fissando un portatore presente, ha iniziato ad aprire e chiudere gli occhi muovendo tutto il cuoio capelluto fin dietro le orecchie e siccome il portatore non riusciva ad imitarlo si sono messi tutti a ridere... roba da far crollare il tetto della capanna già fatiscente di suo... e tanto del briefing di Raphael non si capisce mai nulla, se non che domani la strada sarà più lunga, più faticosa e che farà più freddo di oggi...


(secondo campo)

La prima spedizione...



"Ssssssss... non fate rumori! Può essere pericoloso!" ... "Mmmm... forse non è stata una buona idea uscire dal campo per farsi un giro nella giungla di notte... questi rumori... è in più fa un freddo boia..." ... "No, no, no! vedrai che non ci succede niente..." ... "Vittorio dice che oggi ha visto una scimmia grande come un uomo nella foresta e che quando camminava tremava la terra come se pesasse un quintale..." ... "UARGH! ho visto un paio di occhi laggiù... erano due occhi ne sono sicuro... due occhi rossi! ... andiamocene! ... non erano umani..." ... "No, no, no! magari illuminando una faccia gli occhi diventano rossi... come quando fai le fotografie con il flash!!" ... "Figa corri a chiamare Raphael e digli di venire qui con il suo tree-shoot rifle! ... cazzo là qualcuno è caduto nel fango ... porcamerda! al mio tre facciamo scattare tutti un flash insieme ... forse funziona!"



"Ehi! Ehi! Ehi! Che cazzo è questo rumore??" ... "Sembra un cavallo al galoppo ma muove anche i rami... quanto manca al campo due?" ... "Eccola girati! Non vi preoccupate... è un erbivoro!"...



"...questo qui non è che sia proprio "Alpinismo"... cioè insomma è come camminare nella giungla in montagna per giorni nel fango e nell'umidità e ogni tanto vedi qualche animale..." ... "... e allora perchè hai vestiti da alpinismo, zaino da alpinismo, scarponi da alpinismo, ecc. ecc.? perchè da noi a 4000 metri c'è la neve e il ghiaccio e qui a 4000 metri c'è la foresta con scimmie e tutto il resto allora questo non è alpinismo? ... e poichè stiamo salendo su un vulcano e non su una montagna questo non è alpinismo? ... e poichè non siamo sulle alpi allora questo non è "alpinismo"?" ... "Sì ma Messner coniò il termine "Himalaismo" proprio per differenziare l'Alpinismo da tutte le altre cose che si fanno in Himalaia..." ... "Lasciami dormire!!!!"



Come spesso mi accade anche sulle Alpi una volta giunto in vetta, avverto il desiderio irrefrenabile di essere da un'altra parte... come dire che dopo aver raggiunto un obiettivo tanto desiderato quest'ultimo non vale più niente e tanto vale cagarci sopra. E il posto in cui mi piacerebbe essere in questo momento è proprio davanti a me... solo che è lontanissimo ed è (sopra un mare di nuvole) l'unica cosa che si vede da quassù...



Stringo la mano ai compagni e a Claudio che mi chiede: "Allora Mauro tutto ok? Ehmmmmm... L'acclimatamento è finito, Ti senti pronto per il bestione qui davanti? Ehmmmmm... Hai visto qualche bella negrettina? Ehmmmmm...?". Stordito dalla fatica e dalla quota rispondo in rapida sequenza "Si, si, no". Davanti a un panorama così contano solo le risposte monosillabiche...

Arrivo al campo base...

Appena arrivati noto subito che siamo in un altro mondo: è notte e le stelle non sono quelle del mio cielo. Cassiopea è incredibilmente spostata verso Nord-Est, la stella polare e il Grande Carro proprio non si vedono... stavolta sono proprio lontano da casa. Mi sveglia un odoraccio di fumo, esco per vedere che succede e incontro Moses, un masai sulla cinquantina che si occupa del giardino del Lodge.



"Come ti chiami?", mi chiede. Poi con umiltà misto faccia da culo mi chiede se posso regarargli una bottiglietta di cocacola, affinchè possa berla con sua moglie, i suoi figli e i suoi amici. Inoltre avrebbe tenuto la bottiglia tra i suppellettili di casa e probabilmente sarebbe riuscito a barattare il tappo con qualcosa di utile al mercato in paese. Ad un tratto sento degli strani suoni: "Che animali sono?" chiedo a Moses. La sua risposta mi sorprende e lentamente mi dirigo verso un edificio fatiscente situato proprio dietro il lodge dal quale provengono questi suoni.



Ed E' pieno di bambini, oggi hanno fatto il bucato e anche se fa freddo hanno steso i panni ad asciugare. E Nelle loro stanze non c'è quasi nulla, solo il letto e qualche vestito appeso. E c'è un'aula nel sottotetto dove un gruppo di alunni sta facendo lezione di canto. E quando hanno finito di cantare gli dico che a casa mia i bambini non cantano più e che quando ero all'asilo io cantavamo in coro solo per far contente le maestre che altrimenti avrebbero fatto brutta figura alla recita di Natale con i genitori.



Sebbene sia cosa ovvia che a degli scolari del terzo mondo servano matite e quaderni per studiare, qualche filantropo del Nord del Mondo ha preferito regalare loro una tromba... E siccome qui nessuno sa come si suoni e tantomeno ha l'occasione di imparare a suonarla custodiscono questo strumento in un container in mezzo ad un campo incolto. Mi ricordo allora che una ragazza del Lodge studia in conservatorio, una volta chiamata tra noi intona l'arcinota canzone "Sia-a-mo i Watussi" quasi possedesse dentro di sè un repertorio infinito. I bambini dalle finestre della scuola la guardano come se avessero visto la Madonna.



Una volta fuori dal campo finalmente si aprono le nuvole e vedo il nostro primo obiettivo (che paura! è un gigante...) : da domani la vacanza è finita e si ricomincia a far fatica. Partiremo prestissimo la mattina e un po' mi dispiace perchè adesso ho un sacco di amici...