mercoledì 17 marzo 2010

Pizzo d'Uccello - Parete Nord

E' possibile scalare una via di 900 metri di sviluppo senza neanche avere visto la parete sulla quale si trova? oserei dire di sì ...

è quello che mi è accaduto il 1° di Novembre 2009 sulla parete nord del Pizzo d'Uccello: con Nughi ho attaccato la via così presto che era ancora buio e al termine della scalata (nove ore dopo) il sole era già calato da un bel pezzo... "Peccato!" ho pensato guidando in direzione Milano quella notte.

Ma i desideri, se ci credi intensamente, diventano realtà: ci sono voluti un po' di mesi ... un volo per un a trasferta verso Roma ... "io l'Appennino non lo conosco" ... anzi no "io l'Appennino non lo conosco tranne una montagna" ... annoiato guardo fuori dal finestrino e ...

... è lei!

hehehehehehe!

giovedì 11 marzo 2010

Alessandro D'Avenia - Bianca come il latte, Rossa come il sangue


"Il dolore mi costringe a chiudere le palpebre, a nascondere gli occhi. Ho sempre pensato che avrei divorato il mondo con i miei occhi, come api si sarebbero posati su tutte le cose per distillarne la bellezza. Ma la malattia mi costringe a chiudere gli occhi: per il dolore, per la stanchezza. Solo a poco a poco ho scoperto che ad occhi chiusi vedevo di più, che sotto le palpebre chiuse tutta la bellezza del mondo era visibile, e quella bellezza sei tu, Dio. Se tu mi fai chiudere gli occhi è perchè io stia più attenta, quando li riapro." (p. 224)

martedì 9 marzo 2010

Trekking in Libia

"Non ti preoccupare... se abbandonano una gomma nel deserto è solo perchè l'hanno già riparata almeno 60 volte ..."
Sabbia nelle scarpe, sabbia nei vestiti, sabbia in bocca mentre mangi, sabbia nel sacco a pelo quando dormi, sabbia sotto le unghie e sotto le palpebre ... è finissima, quasi fosse cipria, non c'è posto in cui non riesca ad infilarsi ... ancora oggi ne trovo ancora tra le attrezzature riordinate a casa ... qualche granello è rimasto sicuramente dentro di me, e di sicuro non non uscirà più!
L'ambiente per me è nuovo, devo reimparare tutto ("Uè ma quel pendio lì... non è slavinoso???"), ti integri con l'ambiente solo quando impari a convivere con la sabbia.

I Tuareg sono molto cordiali, la sera ci sediamo con loro intorno al fuoco sotto il cielo stellato... i problemi linguistici sono un vero ostacolo: non parlano nè inglese, nè francese, nè italiano (in trent'anni di colonialismo sprecati...) ... non riusco neanche a trasmettere i concetti per me ovvi ("I-C-E C-L-I-M-B-I-N-G! ... Climbing on the Ice! Do you understand?!??!??")...

... rimane invece chiarissimo il linguaggio della fratellanza e della cortesia che accumuna due realtà così diverse a contatto, alla sera dopo il rito del thè i Tuareg spezzano con noi il pane che cuociono sotto la sabbia ricoperta di brace...

... e poi non è vero che nel deserto non c'è vita! ogni tanto il vento porta con sè degli odori fortissimi di piante che chissà dove sono ... un giorno una libellula ci insegue durante la marcia tra le dune e per quasi tutta la mattina tenendoci compagnia ...
... le forme del deserto sono tante e spaziano così tanto all'orizzonte che mi sento piccolo piccolo di fronte alla grandezza della Terra ... tra le guglie la fantasia si scatena individuando tra le ombre forme conosciute...

... il deserto è così arido ed ostile e spinge ad isolarsi e a camminare in silenzio, ognuno con i propri pensieri, le proprie emozioni e le proprie preoccupazioni che, pian piano, vengono assorbite dall'orizzonte per lasciare il posto a luminosi ricordi che rimarranno impressi nella mia memoria e serviranno da stimolo per superare i momenti bui di difficoltà...

mercoledì 3 marzo 2010

Libia...



La sabbia è così soffice che quasi affondi... il modo migliore per cavalcare le dune e a piedi nudi... non ho mai camminato così tanto scalzo...



Il deserto cambia forma ogni giorno e la fantasia si scatena nel cercare forme conosciute nel marasma delle guglie che ci circondano...



Al campo 5 mi arrampico su una guglia facile e lo sguardo spazia per migliaia di chilometri all'orizzonte... libertà assoluta!
Rientriamo quindi verso la civiltà ripercorrendo con i fuoristrada i quasi 100 km di sabbia e piste polverose...



In ogni macchina davanti al volante è presente il tappetino che i musulmani utilizzano per la preghiera comandata... Omrhan guida velocissimo per evitare che le ruote si insabbino...











Fantastico!