venerdì 26 settembre 2008

Il Nanetto

...ecco dove finiscono i Nanetti che qualcuno "libera" dai giardini ... pensavo fosse una delle solite leggende metropolitane e invece... eccone qui uno... tutto contento di essere libero... al termine del secondo o terzo tiro della via di sabato certo che per arrivare qui si è fatto un bel culo! hi! hi! hi! Poi ha visto il tetto sopra di lui del tiro successivo e si è fermato qui... chiamalo scemo!

giovedì 25 settembre 2008

Marco Bianchi - Montagne con la vetta


" ... ogni essere umano durante la vita cerca di comprendere il senso e lo scopo dell'esistenza. Il "come" non ha molta importanza e, probabilmente, esistono tanti modi quanti sono gli uomini sulla Terra. Le montagne sono uno di questi "come", una possibile via verso la verità... "

"... la scalata all'Everest mi ha però confermato una volta per tutte la mancanza di un punto d'arrivo. Dopo quella salita ho ricordato la parabola di sant'Agotino del bambino che voleva mettere il mare in una buca nella sabbia utilizzando un cucchiaio. Perchè poi, nonostante un'apparente inconcludenza, senta di dover continuare in questa direzione, è un mistero anche per me..."

"... La vetta è un luogo unico e perfetto. E' il luogo dove convergono tutti i punti e le linee, dove si fondono le creste, le pareti e i canaloni. Un centro di raccolta, unione e perfezione. L'energia della vita, il moto del cosmo, l'essenza dell'essere, si trovano concentrati su quei pochi metri quadrati di neve o roccia... appena ho raggiunto la cima dell'Everest ho potuto osservare con un rapido sguardo circolare la congiunzione delle tre grandi creste. Le creste sud-est, ovest, e nord-est, terminavano morbidamente sulla neve dove mi trovavo. La grande montagna aveva fine. Le sue linee principali penetravano in me. Mi avvolgevano, mi rendevano parte del mondo stesso... "

" ... taglia un pezzo di legno e io sono lì, solleva una pietra e lì mi troverai ..." (Gesù)

mercoledì 17 settembre 2008

Ricordi di Agosto....

Paolino, ha volte lo invidio per la sua semplicità ...



E intanto che ci riposiamo in vetta vedo anche ... 


Gianantonio Stella - La bambina, il pugile, il canguro

"Scusi. Signor Babich, abbiamo un problema. Un grosso problema."
"Cioè?"
"Non so come dirglielo ... insomma ... la bambina è down."
(p.19)

...lo prese per il colletto, lo trascinò sul bagno, gli abbassò le braghe e lo piazzò sul water. L'ubriaco cominciò a piagnucolare. Spiegò che no, lui non ce la faceva a "tirar su una figlia mongoloide", che nella vita "ci sono gli uomini forti e quelli deboli" e a lui era capitato di essere debole, che lui chiedeva perdono proprio a tutti ma proprio no, lui non la voleva questa "figlia guasta", che lui era giovane e non poteva proprio sopportare l'idea di passare la vita intera a dare la pappa a una deficiente... 
(p.35)

... e quale destino avrebbe avuto Letizia se fosse venuta alla luce in tempi in cui i vichinghi buttavano i figli menomati ai lupi? o quando certi preti pensavano che i neonati disabili fossero stati concepiti nei giorni sacri del Demonio stesso o sostituiti nella culla da streghe malefiche al posto dei figli sani e la Chiesa non accettava tra i suoi pastori chi aveva gravi difetti fisici perchè, come diceva il Catechismo del Concilio di Trento, "la deformità ha qualcosa di ripugnante e questa menomazione può ostacolare l'amministrazione dei sacramenti? ..."
(p.43)

In bocca al lupo, Davide!

Ciao Davide,

si, hai fatto bene a scegliere di partire per l'Erasmus... un anno è lungo ma alla fine se sei impegnato passa in fretta... ma no, non ti preoccupare per le pareti che non scalerai intanto che sei via... tanto rimangono qui... no, stai tranquillo, non mi faccio male, sto attento, vedrò di stare attento...

...alla fine attacchiamo la via anche se pioviggina... fa niente se le placche sono un po' bagnate... in casi così bisognerebbe tornare a casa (lo sappiamo bene) ma è l'ultima via che facciamo insieme prima della partenza... almeno proviamo! A tre tiri dalla fine però ci caliamo... ormai piove a dirotto.... ma fa niente...  tanto il tiro di 6b l'abbiamo passato... durante la calata la pioggia ha un'intensità tale che neanche i tetti che abbiamo superato ci riaparano... sarà così fino alla ferratina che riporta alla base della parete. 




Fa niente se non abbiamo chiuso la via, almeno quando torni sappiamo da dove ricominciare...

lunedì 8 settembre 2008

Diplomi








(Claudio Schranz ed Io:l'amicizia prima di tutto)

Epilogo ...

...Alla fine dopo quasi otto ore di sofferenza mi manca il fiato e fa un freddo porco, ho le dita blu e sono tristemente solo perchè il resto del gruppo si è disperso lungo la salita, poco fa ho aiutato un po' la Patty che ha avuto uno svarione a 5.000 metri ma adesso è con Marco, se si riposa un attimo forse riesce a salire.

E in uno stato di incoscienza solo apparente mi ricordo l'incipit del romanzo di Hemingway:" ... è un monte coperto di neve alto 5.895 metri, e si dice che sia la più alta montagna africana. La sua vetta occidentale è chiamata dai Masai, Ngaje Ngai, la Casa di Dio. Vicino alla vetta occidentale c'è la carcassa rinsecchita e congelata di un leopardo. Nessuno ha mai saputo spiegare cosa cercasse il leopardo a quell'altitudine... "

E mancano non più di una ventina di metri alla vetta e i sestrugi per terra sono vere e proprie opere d'arte fatte da madre natura, purtroppo il cratere immenso che dovrebbe essere alla mia destra è coperto dalle nuvole e non si vede, intravedo però il cartello che indica che la cima è là a pochi metri in linea d'aria da me ... ma chi cacchio ha voglia di arrivare in cima oramai? ... Boh, non lo so ma non vorrei essere qui... penso a Moses che di notte al campo fa la guardia con l'arco e frecce... alle scimmie che crollasse il mondo non si schiodano neanche per un minuto dai loro rami... ai bambini della scuola che cantano insieme... ai portatori che la mattina ti dicono "Jambo" e i loro denti bianchi si vedono nel buio... a Raphael che la sera fa il briefing e non i capisce mai nulla... mi ricordo la stella che ho visot ieri sera al tramonto (cioè alle 17:30) mentre facevo l'ultimo giro di campo prima di andare a letto ...




... chi cacchio ha voglia di arrivare in vetta... vorrei essere a casa ma senza rifare due giorni di cammino per scendere e 10 ore di aereo ... voglio restare qui ma non si può ... alla fine sei sempre dove non vuoi essere... la condanna dell'alpinista...

UUUUUAAAARRRRRGGGHHHHH!!!


Venditori di bananette



Il nostro furgoncino non fa in tempo a fermarsi un attimo che siamo subito assaliti da venditori ambulanti che cercano di rifilarti queste bananette che crescono ovunque... "Ma lasciami in pace! che ho qua lo zaino pieno di barrette energetiche che per farne una ce ne vogliono 1.000 delle tue bananette, vattene via e fai ripartire il furgoncino che sono qui a scalare la tua montagna sacra e appena arrivo in cima roteo i miei piedi di 180° e me ne torno direttamente a casa! Basta bananette!". Tutti questi pensieri sarebbero tristemente veri se non avessi una coscienza, se non avessi la macchina fotografica al collo... da un lato ci sono questi pezzenti ai margini delle strade e dall'altro ci sono i nostri portatori che si guardagnano il loro stipendio portando le nostre attrezzature e le nostre provviste... comunque sono un po' a disagio tra questa gente... è come se ogni bianco che incontrano abbia sul volto il segno del dollaro... meno male che sono nato a Milano... ma chi l'ha deciso?

(portatori in marcia verso il primo campo base)

Eppure molte di questi ragazzi hanno qualcosa che noi non abbiamo... mi sembrano così spensierati... è vero che patiscono la fame ma probabilmente sono meno stressati di me che con dieci minuti di lavoro in uffcio riesco ad accumulare tanto quanto basta per comprare un casco delle loro bananette... si divertono con poco... e come ridono... l'altra sera mentre Raphael (il capo dei nostri portatori) faceva il suo brifing serale inerente l'indomani Carlo, fissando un portatore presente, ha iniziato ad aprire e chiudere gli occhi muovendo tutto il cuoio capelluto fin dietro le orecchie e siccome il portatore non riusciva ad imitarlo si sono messi tutti a ridere... roba da far crollare il tetto della capanna già fatiscente di suo... e tanto del briefing di Raphael non si capisce mai nulla, se non che domani la strada sarà più lunga, più faticosa e che farà più freddo di oggi...


(secondo campo)

La prima spedizione...



"Ssssssss... non fate rumori! Può essere pericoloso!" ... "Mmmm... forse non è stata una buona idea uscire dal campo per farsi un giro nella giungla di notte... questi rumori... è in più fa un freddo boia..." ... "No, no, no! vedrai che non ci succede niente..." ... "Vittorio dice che oggi ha visto una scimmia grande come un uomo nella foresta e che quando camminava tremava la terra come se pesasse un quintale..." ... "UARGH! ho visto un paio di occhi laggiù... erano due occhi ne sono sicuro... due occhi rossi! ... andiamocene! ... non erano umani..." ... "No, no, no! magari illuminando una faccia gli occhi diventano rossi... come quando fai le fotografie con il flash!!" ... "Figa corri a chiamare Raphael e digli di venire qui con il suo tree-shoot rifle! ... cazzo là qualcuno è caduto nel fango ... porcamerda! al mio tre facciamo scattare tutti un flash insieme ... forse funziona!"



"Ehi! Ehi! Ehi! Che cazzo è questo rumore??" ... "Sembra un cavallo al galoppo ma muove anche i rami... quanto manca al campo due?" ... "Eccola girati! Non vi preoccupate... è un erbivoro!"...



"...questo qui non è che sia proprio "Alpinismo"... cioè insomma è come camminare nella giungla in montagna per giorni nel fango e nell'umidità e ogni tanto vedi qualche animale..." ... "... e allora perchè hai vestiti da alpinismo, zaino da alpinismo, scarponi da alpinismo, ecc. ecc.? perchè da noi a 4000 metri c'è la neve e il ghiaccio e qui a 4000 metri c'è la foresta con scimmie e tutto il resto allora questo non è alpinismo? ... e poichè stiamo salendo su un vulcano e non su una montagna questo non è alpinismo? ... e poichè non siamo sulle alpi allora questo non è "alpinismo"?" ... "Sì ma Messner coniò il termine "Himalaismo" proprio per differenziare l'Alpinismo da tutte le altre cose che si fanno in Himalaia..." ... "Lasciami dormire!!!!"



Come spesso mi accade anche sulle Alpi una volta giunto in vetta, avverto il desiderio irrefrenabile di essere da un'altra parte... come dire che dopo aver raggiunto un obiettivo tanto desiderato quest'ultimo non vale più niente e tanto vale cagarci sopra. E il posto in cui mi piacerebbe essere in questo momento è proprio davanti a me... solo che è lontanissimo ed è (sopra un mare di nuvole) l'unica cosa che si vede da quassù...



Stringo la mano ai compagni e a Claudio che mi chiede: "Allora Mauro tutto ok? Ehmmmmm... L'acclimatamento è finito, Ti senti pronto per il bestione qui davanti? Ehmmmmm... Hai visto qualche bella negrettina? Ehmmmmm...?". Stordito dalla fatica e dalla quota rispondo in rapida sequenza "Si, si, no". Davanti a un panorama così contano solo le risposte monosillabiche...

Arrivo al campo base...

Appena arrivati noto subito che siamo in un altro mondo: è notte e le stelle non sono quelle del mio cielo. Cassiopea è incredibilmente spostata verso Nord-Est, la stella polare e il Grande Carro proprio non si vedono... stavolta sono proprio lontano da casa. Mi sveglia un odoraccio di fumo, esco per vedere che succede e incontro Moses, un masai sulla cinquantina che si occupa del giardino del Lodge.



"Come ti chiami?", mi chiede. Poi con umiltà misto faccia da culo mi chiede se posso regarargli una bottiglietta di cocacola, affinchè possa berla con sua moglie, i suoi figli e i suoi amici. Inoltre avrebbe tenuto la bottiglia tra i suppellettili di casa e probabilmente sarebbe riuscito a barattare il tappo con qualcosa di utile al mercato in paese. Ad un tratto sento degli strani suoni: "Che animali sono?" chiedo a Moses. La sua risposta mi sorprende e lentamente mi dirigo verso un edificio fatiscente situato proprio dietro il lodge dal quale provengono questi suoni.



Ed E' pieno di bambini, oggi hanno fatto il bucato e anche se fa freddo hanno steso i panni ad asciugare. E Nelle loro stanze non c'è quasi nulla, solo il letto e qualche vestito appeso. E c'è un'aula nel sottotetto dove un gruppo di alunni sta facendo lezione di canto. E quando hanno finito di cantare gli dico che a casa mia i bambini non cantano più e che quando ero all'asilo io cantavamo in coro solo per far contente le maestre che altrimenti avrebbero fatto brutta figura alla recita di Natale con i genitori.



Sebbene sia cosa ovvia che a degli scolari del terzo mondo servano matite e quaderni per studiare, qualche filantropo del Nord del Mondo ha preferito regalare loro una tromba... E siccome qui nessuno sa come si suoni e tantomeno ha l'occasione di imparare a suonarla custodiscono questo strumento in un container in mezzo ad un campo incolto. Mi ricordo allora che una ragazza del Lodge studia in conservatorio, una volta chiamata tra noi intona l'arcinota canzone "Sia-a-mo i Watussi" quasi possedesse dentro di sè un repertorio infinito. I bambini dalle finestre della scuola la guardano come se avessero visto la Madonna.



Una volta fuori dal campo finalmente si aprono le nuvole e vedo il nostro primo obiettivo (che paura! è un gigante...) : da domani la vacanza è finita e si ricomincia a far fatica. Partiremo prestissimo la mattina e un po' mi dispiace perchè adesso ho un sacco di amici...

venerdì 5 settembre 2008

Hemingway Ernest - Le Nevi del Kilimanjaro



" ... Il Kilimanjaro è un monte coperto di neve alto 5895 metri, e si dice che sia la più alta montagna africana. La sua vetta occidentale è chiamata dai Masai, Ngaje Ngai, la Casa di Dio. Vicino alla vetta occidentale c'è la carcassa rinsecchita e congelata di un leopardo. Nessuno ha mai saputo spiegare cosa cercasse il leopardo a quell'altitudine..." (p. 103)



" ... era neve anche quella che cadde per tutta la settimana di Natale su nel Gauer Tal, l'anno in cui vissero nella casa del boscaiolo con la grossa stufa quadrata di porcellana che occupava metà della stanza, e dormirono su materassi pieni di foglie di faggio, la volta in cui il disertore arrivò in mezzo alla neve con i piedi isanguinati. Lui disse di essere inseguito dalla polizia e loro gli diedero un paio di calze di lana e trattennero i gendarmi a chiaccherare finchè le orme furono cancellate dai fiocchi che cadevano ... " (p. 113)



" ...ricordava quando Willamson, l'ufficiale degli arditi, era stato colpito, tanto tempo prima, da una bomba a mano tirata da un soldato di una pattuglia mentre quella notte tornava attraverso i reticolati e, urlando, aveva implorato a tutti di ammazzarlo. Era un ciccione, coraggiosissimo, e un buon ufficiale, anche se aveva il vizio di contar balle colossali. Ma quella notte s'impigliò nei reticolati, con un bengala che lo illuminava e le budella sul filo spinato, tanto che quando lo riportarono in trincea, vivo, per liberarlo dovettero tagliare. Sparami, Harry. Sparami, per carità. Una volta avevamo avuto una discussione sul fatto che il Signore non ti mandava mai nulla che non si potesse sopportare, e qualcuno aveva sostenuto che questo significava che ad un certo punto il dolore diventava così forte da farti perdere i sensi, automaticamente. Ma Harry non aveva mai dimenticato Williamson quella notte. Williamson perse i sensi solo quando lui gli diede tutte le compresse di morfina, quelle che aveva sempre tenuto da parte per sé, e anche allora non fecero effetto subito..." (p.155)