lunedì 8 settembre 2008

Arrivo al campo base...

Appena arrivati noto subito che siamo in un altro mondo: è notte e le stelle non sono quelle del mio cielo. Cassiopea è incredibilmente spostata verso Nord-Est, la stella polare e il Grande Carro proprio non si vedono... stavolta sono proprio lontano da casa. Mi sveglia un odoraccio di fumo, esco per vedere che succede e incontro Moses, un masai sulla cinquantina che si occupa del giardino del Lodge.



"Come ti chiami?", mi chiede. Poi con umiltà misto faccia da culo mi chiede se posso regarargli una bottiglietta di cocacola, affinchè possa berla con sua moglie, i suoi figli e i suoi amici. Inoltre avrebbe tenuto la bottiglia tra i suppellettili di casa e probabilmente sarebbe riuscito a barattare il tappo con qualcosa di utile al mercato in paese. Ad un tratto sento degli strani suoni: "Che animali sono?" chiedo a Moses. La sua risposta mi sorprende e lentamente mi dirigo verso un edificio fatiscente situato proprio dietro il lodge dal quale provengono questi suoni.



Ed E' pieno di bambini, oggi hanno fatto il bucato e anche se fa freddo hanno steso i panni ad asciugare. E Nelle loro stanze non c'è quasi nulla, solo il letto e qualche vestito appeso. E c'è un'aula nel sottotetto dove un gruppo di alunni sta facendo lezione di canto. E quando hanno finito di cantare gli dico che a casa mia i bambini non cantano più e che quando ero all'asilo io cantavamo in coro solo per far contente le maestre che altrimenti avrebbero fatto brutta figura alla recita di Natale con i genitori.



Sebbene sia cosa ovvia che a degli scolari del terzo mondo servano matite e quaderni per studiare, qualche filantropo del Nord del Mondo ha preferito regalare loro una tromba... E siccome qui nessuno sa come si suoni e tantomeno ha l'occasione di imparare a suonarla custodiscono questo strumento in un container in mezzo ad un campo incolto. Mi ricordo allora che una ragazza del Lodge studia in conservatorio, una volta chiamata tra noi intona l'arcinota canzone "Sia-a-mo i Watussi" quasi possedesse dentro di sè un repertorio infinito. I bambini dalle finestre della scuola la guardano come se avessero visto la Madonna.



Una volta fuori dal campo finalmente si aprono le nuvole e vedo il nostro primo obiettivo (che paura! è un gigante...) : da domani la vacanza è finita e si ricomincia a far fatica. Partiremo prestissimo la mattina e un po' mi dispiace perchè adesso ho un sacco di amici...

Nessun commento: