venerdì 5 settembre 2008

Hemingway Ernest - Le Nevi del Kilimanjaro



" ... Il Kilimanjaro è un monte coperto di neve alto 5895 metri, e si dice che sia la più alta montagna africana. La sua vetta occidentale è chiamata dai Masai, Ngaje Ngai, la Casa di Dio. Vicino alla vetta occidentale c'è la carcassa rinsecchita e congelata di un leopardo. Nessuno ha mai saputo spiegare cosa cercasse il leopardo a quell'altitudine..." (p. 103)



" ... era neve anche quella che cadde per tutta la settimana di Natale su nel Gauer Tal, l'anno in cui vissero nella casa del boscaiolo con la grossa stufa quadrata di porcellana che occupava metà della stanza, e dormirono su materassi pieni di foglie di faggio, la volta in cui il disertore arrivò in mezzo alla neve con i piedi isanguinati. Lui disse di essere inseguito dalla polizia e loro gli diedero un paio di calze di lana e trattennero i gendarmi a chiaccherare finchè le orme furono cancellate dai fiocchi che cadevano ... " (p. 113)



" ...ricordava quando Willamson, l'ufficiale degli arditi, era stato colpito, tanto tempo prima, da una bomba a mano tirata da un soldato di una pattuglia mentre quella notte tornava attraverso i reticolati e, urlando, aveva implorato a tutti di ammazzarlo. Era un ciccione, coraggiosissimo, e un buon ufficiale, anche se aveva il vizio di contar balle colossali. Ma quella notte s'impigliò nei reticolati, con un bengala che lo illuminava e le budella sul filo spinato, tanto che quando lo riportarono in trincea, vivo, per liberarlo dovettero tagliare. Sparami, Harry. Sparami, per carità. Una volta avevamo avuto una discussione sul fatto che il Signore non ti mandava mai nulla che non si potesse sopportare, e qualcuno aveva sostenuto che questo significava che ad un certo punto il dolore diventava così forte da farti perdere i sensi, automaticamente. Ma Harry non aveva mai dimenticato Williamson quella notte. Williamson perse i sensi solo quando lui gli diede tutte le compresse di morfina, quelle che aveva sempre tenuto da parte per sé, e anche allora non fecero effetto subito..." (p.155)

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