Sabbia nelle scarpe, sabbia nei vestiti, sabbia in bocca mentre mangi, sabbia nel sacco a pelo quando dormi, sabbia sotto le unghie e sotto le palpebre ... è finissima, quasi fosse cipria, non c'è posto in cui non riesca ad infilarsi ... ancora oggi ne trovo ancora tra le attrezzature riordinate a casa ... qualche granello è rimasto sicuramente dentro di me, e di sicuro non non uscirà più!
L'ambiente per me è nuovo, devo reimparare tutto ("Uè ma quel pendio lì... non è slavinoso???"), ti integri con l'ambiente solo quando impari a convivere con la sabbia.
I Tuareg sono molto cordiali, la sera ci sediamo con loro intorno al fuoco sotto il cielo stellato... i problemi linguistici sono un vero ostacolo: non parlano nè inglese, nè francese, nè italiano (in trent'anni di colonialismo sprecati...) ... non riusco neanche a trasmettere i concetti per me ovvi ("I-C-E C-L-I-M-B-I-N-G! ... Climbing on the Ice! Do you understand?!??!??")...
... rimane invece chiarissimo il linguaggio della fratellanza e della cortesia che accumuna due realtà così diverse a contatto, alla sera dopo il rito del thè i Tuareg spezzano con noi il pane che cuociono sotto la sabbia ricoperta di brace...
3 commenti:
Bellissimo Mauro!
Tutto...
Il posto, l'esperienza, la gente, le foto, la sabbia!
I miei più sentiti complimenti
Chris
La natura incontaminata...... con copertoni nel deserto... =) ahahha
Spettacolo puro, complimenti!!
Mitico Inge! foto stupende e attendo presto il tuo racconto live
bibi
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